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Al Congresso Internazionale dell’American Thoracic Society 2016 ulteriori dati sul beneficio clinico del pirfenidone nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica

Roche presenta ulteriori dati sul beneficio clinico di pirfenidone nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (IPF) al Congresso Internazionale dell’American Thoracic Society 2016

• Nei pazienti che presentano una progressione della malattia nei primi sei mesi di trattamento, la prosecuzione della terapia con pirfenidone rallenta il declino della funzionalità polmonare rispetto a placebo[1]
• Nei pazienti con IPF trattati con pirfenidone, tra i quali erano inclusi un numero significativo di soggetti con comorbidità cardiovascolari, il rischio di sanguinamento o di eventi cardiovascolari è sovrapponibile a placebo[2]
• Nei pazienti con IPF trattati con pirfenidone si osserva una riduzione delle ospedalizzazioni rispetto a placebo[3]

Durante il Congresso Internazionale dell’American Thoracic Society (ATS), in corso a San Francisco, Roche (SIX: RO, ROG; OTCQX: RHHBY) ha presentato nuove evidenze dell’efficacia clinica di pirfenidone nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica derivanti dall’analisi di un pool di dati di fase III.
I pazienti con IPF spesso soffrono di diverse patologie croniche, con un’alta prevalenza di malattie cardiovascolari. Un’analisi approfondita degli studi ASCEND e CAPACITY mostra che il rischio di sanguinamenti o di eventi cardiovascolari è sovrapponibile nei pazienti con IPF trattati con pirfenidone o con placebo.1
Alcune linee guida raccomandano che i pazienti, la cui funzione polmonare declina durante il trattamento, debbano interrompere la terapia.[4] Tuttavia, l’analisi degli studi di fase III suggerisce che i pazienti trattati con pirfenidone beneficiano della prosecuzione della terapia, nonostante un importante declino clinico della funzione polmonare. Nei pazienti che registrano una riduzione ≥10% della funzionalità polmonare nei primi sei mesi di trattamento con pirfenidone, la prosecuzione della terapia riduce quasi della metà il rischio di progressione della malattia o di morte durante i successivi sei mesi (differenza relativa = 40,5%).3
Le ospedalizzazioni a causa di complicanze respiratorie sono sempre più riconosciute come predittrici di scarsi risultati e di una più alta incidenza di mortalità nei pazienti con IPF.[5]
Ulteriori dati degli studi di fase III hanno evidenziato una riduzione delle ospedalizzazioni con pirfenidone rispetto a placebo; il numero di pazienti che sono stati ricoverati una o più volte per cause respiratorie nel corso di 12 mesi era significativamente più basso nel gruppo di pazienti trattati con pirfenidone rispetto a placebo (7% v 12%, p = 0,004).2
“Oltre ad avere a disposizione il precedente dato sulla riduzione del 48% del rischio di morte dopo un anno di trattamento con pirfenidone, con queste nuove analisi possiamo affermare anche che pirfenidone non aumenta il rischio di sanguinamento o di eventi cardiovascolari nei pazienti con IPF, molti dei quali soffrono di comorbidità cardiovascolari ,”commenta Alfonso Gentile, Medical Affairs and Clinical Operations Director di Roche Italia. “Inoltre ulteriori dati clinici confermano che il trattamento continuativo con pirfenidone aiuta a rallentare la progressione della malattia anche dopo un iniziale declino.”

Fibrosi Polmonare Idiopatica
L’IPF è una malattia fatale causata dalla cicatrizzazione (fibrosi) irreversibile e progressiva dei polmoni, che rende difficile respirare ed impedisce al cuore, ai muscoli e agli organi vitali di ricevere ossigeno a sufficienza per il loro regolare funzionamento.[6],[7] La malattia può avanzare velocemente o rapidamente, ma alla fine i polmoni si irrigidiscono e smettono di funzionare. Il declino dell’IPF è peggiore rispetto a molti tipi di tumore e, in studi recenti, solamente i pazienti con carcinoma polmonare o del pancreas hanno dimostrato una sopravvivenza peggiore.[8]
Circa 100.000 persone negli USA[9] e 110.000 in Europa soffrono di IPF.[10],[11] La causa è sconosciuta e non c’è alcuna cura risolutiva. Un numero limitato di pazienti con IPF si sottopongono al trapianto di polmone. Inevitabilmente l’IPF comporta una riduzione del fiato e una distruzione dei tessuti polmonari sani. Metà dei pazienti con IPF non sopravvivono a tre anni dalla diagnosi, e il tasso di sopravvivenza a cinque anni è di circa 20-40%.10 L’IPF solitamente compare nelle persone sopra i 45 anni di età e tende a colpire leggermente di più gli uomini rispetto alle donne.

Informazioni su pirfenidone
Pirfenidone è un farmaco orale indicato per il trattamento della fibrosi polmonare idiopatica approvato in più di 38 Paesi nel mondo. Il meccanismo di azione di Pirfenidone non è perfettamente noto, anche se si ritiene che interferisca con la produzione di TGFβ (Transforming Growth Factor Beta), una citochina coinvolta nel meccanismo di crescita cellulare, e con la sintesi del TNFα (Tumor Necrosis Factor Alfa), un’altra citochina coinvolta nel processo infiammatorio.4 Pirfenidone ha ottenuto la designazione di farmaco orfano ed è stato approvato per l’utilizzo in Europa nel 2011 nei pazienti con IPF da lieve a moderata e negli Stati Uniti ad ottobre 2014.[12]
Pirfenidone è stato approvato per il trattamento dell’IPF sulla base del più ampio programma di studi clinici ad oggi, includendo gli studi di fase III (ASCEND e CAPACITY I e II) con un totale di 1.247 pazienti.14,15 In uno studio clinico, dopo un anno di trattamento, pirfenidone ha rallentato la perdita di capacità polmonare di circa la metà (48%)14 e ha più che raddoppiato (2,3 volte; 63 pazienti trattati con pirfenidone vs 27 con placebo) il numero di persone che non hanno registrato alcuna perdita di funzionalità polmonare.15 Pirfenidone ha mostrato inoltre di avere un consolidato profilo di sicurezza.14,15Pirfenidone è raccomandato per l’uso condizionale nei pazienti con IPF dalle linee guida ATS / ERS / JRS / ALAT pubblicate a luglio 2015.16Roche ha acquisito InterMune e quindi pirfenidone nel settembre 2014 e continua ad espanderne l’accesso in oltre 55 Paesi al mondo.

Ulteriori informazioni sul sito: www.roche.it

References
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[1] Nathan SD, et al. Effect of continued treatment with pirfenidone following a ≥10% relative decline in percent predicted forced vital capacity in patients with idiopathic pulmonary fibrosis (IPF). Thematic poster presentation at the American Thoracic Society 2016 International Conference. Abstract no P413. Presentation date: Tuesday, May 17, 9: 00 am – 4.15 pm
[2] Glassberg MK, et al. Cardiovascular events in phase III trials of pirfenidone in idiopathic pulmonary fibrosis (IPF). Thematic poster presentation at the American Thoracic Society 2016 International Conference. Abstract no. P398. Presentation date: Tuesday, May 17, 9: 00 am – 4.15 pm
[3] Swigris J, et al. Reduction in non-elective respiratory-related hospitalisations in patients treated with pirfenidone: pooled analyses from three Phase III trials of pirfenidone in idiopathic pulmonary fibrosis. Poster discussion session at the American Thoracic Society 2016 International Conference. Abstract no. P225. Presentation date: Sunday, May 15, 2:15 pm – 4:15 pm
[4] National Institute of Health and Care Excellence. Pirfenidone for treating idiopathic pulmonary fibrosis. Technology appraisal guidance. 24 April 2013. Available at: https://www.nice.org.uk/guidance/ta282/resources/pirfenidone-for-treating-idiopathic-pulmonary-fibrosis-82600669565125 Accessed 21 April 2016
[5] Brown AW, et al. Outcomes after hospitalization in idiopathic pulmonary fibrosis: a cohort study. Chest 2015;147:173-9
[6] National Institutes for Health website. “Idiopathic Pulmonary Fibrosis” http://www.nhlbi.nih.gov/health/health-topics/topics/ipf/. Accessed 21 April 2016
[7] American Thoracic Society/European Respiratory Society International Multidisciplinary Consensus Classification of the Idiopathic Interstitial Pneumonias. Am J Respir Crit Care Med 2002;165:277−304
[8] Vancheri et al, Idiopathic pulmonary fibrosis: a disease with similarities and links to cancer biology, Eur Respir J 35: 496-504
[9] United States National Library of Medicine website.“Idiopathic Pulmonary Fibrosis” http://ghr.nlm.nih.gov/condition/idiopathic-pulmonary-fibrosis. Accessed 21 April 2016
[10] Coultas DB, et al. The epidemiology of interstitial lung diseases. Am J Respir Crit Care Med 1994;150:967−997
[11] Hodgson U, et al. Nationwide prevalence of sporadic and familial idiopathic pulmonary fibrosis: evidence of founder effect among multiplex families in Finland. Thorax 2002;57:338−342
[12] Esbriet Full Prescribing Information (FDA). Available from:http://www.accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/label/2014/022535s000lbl.pdf Accessed 21 April 2016
14 King TE, et al. A Phase 3 Trial of Pirfenidone in Patients with Idiopathic Pulmonary Fibrosis. N Engl J Med 2014;370:2083-2092
15 Noble PW, et al. Pirfenidone in Patients with Idiopathic Pulmonary Fibrosis (CAPACITY): Two Randomised Trials. Lancet 2011;377:1760–9
16 Raghu G, et al. An Official ATS/ERS/JRS/ALAT Statement: Idiopathic Pulmonary Fibrosis: Evidence-based Guidelines for Diagnosis and Management. Am J Respir Crit Care Med 2011;183:788−824

A cura dell’Ufficio Stampa dell’Osservatorio Malattie Rare
www.osservatoriomalattierare.it

 

La Redazione

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