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Allergia a veleni di Imenotteri: diagnosi e cura

Con l’avanzare della bella stagione aumentano anche gli insetti; quelli di maggiore interesse allergologico, per la loro intrinseca pericolosita’, sono gli Imenotteri. Gli Imenotteri sono un ordine di insetti comprendente oltre 100.000 specie, tra cui l’Ape, la Vespa e la Formica. Gli Imenotteri si nutrono in genere di polline, nettare e sostanze zuccherine, mentre alcuni sono carnivori.

L’importanza delle problematiche relative all’allergia al veleno di Imenotteri e le conseguenze spiacevoli delle punture sono noti da moltissimo tempo e tuttavia divengono di forte attualita’ ogni anno in primavera e nella stagione estiva. Gli Imenotteri sono diffusi in tutto il mondo e comprendono varie famiglie. Quelli di maggiore interesse allergologico sono rappresentate dalle famiglie degli Apidi e dei Vespidi.

Nei paesi mediterranei l’allergia al veleno di Imenotteri e’ causata nella maggior parte dei casi da punture di api ( Apis mellifera ), di vespe (Vespula germanica e Vespula vulgaris ) e di imenotteri comunemente chiamati Vespe ma appartenenti al genere Polistes. Molto rari i casi di allergia ad altri Vespidi ad esempio Vespa crabro o al genere Bombus.

In caso di puntura di Imenotteri generalmente il paziente vede e descrive l’insetto che lo ha punto. La sede della puntura e’ intensamente urente prima ancora che compaiono specifiche lesioni. Solo dopo la puntura di Api si apprezza la presenza del pungiglione.

In caso di allergia a veleno di Imenottero si puo’ avere una reazione locale estesa che si presenta come un edema di almeno 8-10 cm circoscritto alla sede di puntura che dura per almeno 24-48 ore.

Per quanto riguarda la terapia delle manifestazioni locali e’ sufficiente l’applicazione di impacchi freddi eventualmente associati a corticosteroidi per uso topico ed antistaminici per via orale. Se l’area di edema infiammatorio supera i 10 cm di diametro e si associa a linfangite e linfadenite satellite puo’ essere utile l’aggiunta di un ciclo di steroidi orali. Non e’ necessario praticare la profilassi antitetanica.

Nei casi piu’ gravi le reazioni possono essere generalizzate e possono interessare vari organi ed apparati con quadri di diversa gravita’.

Reazioni generalizzate: classificazione secondo H.L. Muller

  • Grado I Orticaria generalizzata, prurito, malessere generale, ansia
  • Grado II Edema generalizzato, costrizione toracica, fischio espiratorio, vertigini, dolore addominale, nausea, vomito
  • Grado III Dispnea, disfagia, disfonia, stato confusionale, angoscia
  • Grado IV ( shock ) cianosi, caduta della pressione, incontinenza sfinterica con perdita di feci o urine, perdita di coscienza.

Clinicamente la reazione anafilattica ( Grado IV secondo Muller ) è spesso imprevedibile e puo’ essere fatale. Costituisce una emergenza medica che richiede un intervento immediato e quindi un rapido inquadramento dei sintomi e l’identificazione dei fattori causali. L’assunzione di beta bloccanti, ACE inibitori e FANS predispone in caso di anafilassi ad una reazione piu’ grave. Gli adulti sono piu’ predisposti dei bambini ad avere reazioni anafilattiche.

Percorso diagnostico terapeutico

  • Anamnesi accurata
  • Esami di laboratorio di primo livello che sono rappresentati dalla ricerca di IgE totali e specifiche per il veleno di imenotteri. Il prelievo deve essere effettuato dopo 3-4 settimane dalla reazione
  • Prestazioni di II livello che sono invece rappresentate dalle prove allergologiche cutanee
  • Test di provocazione con insetto

Terapia

L’immunoterapia rappresenta attualmente l’unico presidio terapeutico in grado di prevenire le reazioni anafilattiche nei soggetti sensibili. L’immunoterapia consiste nella somministrazione al soggetto allergico di dosi crescenti di allergene fino a raggiungere una dose tale da ridurre i sintomi dovuti all’esposizione all’allergene causale.

 

Dott.ssa Concetta Guzzo
Specialista in Allergologia ed Immunologia Clinica
Dirigente Medico presso il Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’Azienda Universitaria Ospedaliera Senese

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