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Cosa funziona per il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo

Richard Layard, professore emerito nella prestigiosa London School of Economics, ha introdotto una piccola rivoluzione nel Sistema Sanitario britannico: con un articolo pubblicato nel 2006 dal British Medical Journal, una delle riviste scientifiche più importanti del mondo, ha cambiato il modo di erogare le cure per disturbi mentali nel Regno Unito, dimostrando, dati alla mano, che se si è affetti da Depressione o da Disturbi d’Ansia, incluso il disturbo ossessivo-compulsivo (so che il DOC non è più in quella classe, ma allora era compreso), è assai improbabile ricevere dal Sistema Sanitario Nazionale britannico una cura diversa dagli psicofarmaci.
Questa situazione, prosegue Layard nel suo articolo, è inspiegabilmente l’opposto di ciò che le linee-guida NICE (National Institute for Health and Clinical Excellence) raccomandano: basate su dati scientifici provenienti da ricerche rigorose, le linee-guida NICE indicano che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace quanto i farmaci nel curare questi disturbi, con il vantaggio però di mantenere i propri effetti benefici nel tempo, anche dopo la conclusione del trattamento.
Il disturbo ossessivo-compulsivo è una condizione estremamente invalidante, che fa pagare un prezzo molto elevato agli individui che ne sono affetti, alle loro famiglie, e alla società intera; si pensi solo al problema legato all’incapacità lavorativa che spesso si accompagna a questi disturbi. Queste le ragioni che hanno spinto un eminente economista ad occuparsi di salute mentale. Layard, infatti, ha sollevato la questione dei costi elevatissimi per la società intera di disturbi psicologici e psichiatrici non curati adeguatamente: le perdite  ammontano a 17 miliardi di sterline (24 miliardi di euro), al punto da incidere pesantemente sul PIL.
Fortunatamente il disturbo ossessivo-compulsivo è curabile: la sofferenza dei pazienti può essere concretamente alleviata, la qualità della vita può migliorare in modo consistente; molti pazienti trattati in psicoterapia sono in grado di ricominciare a lavorare/studiare e ad avere una vita sociale e relazionale normale. È infatti disponibile oggi un tipo di psicoterapia efficace per il DOC: la terapia cognitivo-comportamentale. Perché allora, si chiede Layard, ai pazienti si offrono solo farmaci? Perché, spiega l’eminente economista, non ci sono abbastanza psicoterapeuti specialisti in terapia cognitivo-comportamentale.
Per tale motivo Layard ha proposto lo stanziamento di fondi per la formazione di circa 10.000 psicologi in terapia cognitivo-comportamentale, proposta approvata dal governo britannico nel 2007, per risparmiare soldi di cure tardive ed inefficaci e di assegni di disoccupazione.
Anche In Italia purtroppo il disturbo ossessivo-compulsivo spesso non viene adeguatamente riconosciuto e curato: molti pazienti soffrono per molti anni prima di ricevere una diagnosi accurata ed un trattamento adeguato. Ciò accade perché non sono sufficientemente diffuse tra il pubblico, e talvolta neanche tra i clinici, le corrette informazioni scientifiche sull’efficacia delle terapie. Come valutare il fatto che molte persone, afflitte da gravi forme di sofferenza, non siano curate in modo appropriato, e che spesso non ricevano una corretta informazione in relazione a diagnosi e prognosi, quando addirittura non circolano informazioni apertamente erronee e fuorvianti? Per comprendere la gravità di una tale situazione, basta effettuare un semplice paragone: quanto farebbe gridare allo scandalo se ciò avvenisse per una malattia come il cancro? Chi non s’indignerebbe nell’apprendere che la prassi, per curare una grave malattia organica, fosse quella di disattendere sistematicamente ciò che la scienza indica come la strada migliore, e più economica nel lungo termine, per curare quella patologia?
È fondamentale allora offrire alle persone afflitte dal disturbo ossessivo-compulsivo un trattamento appropriato,  la cui efficacia sia stata verificata sperimentalmente, attraverso appropriati disegni di ricerca.  E la terapia cognitivo-comportamentale si distingue nel panorama dei trattamenti psicologici per il fatto di essere particolarmente efficace per un numero molto elevato di disturbi, tra i quali anche il disturbo ossessivo-compulsivo. Certamente la terapia cognitivo-comportamentale non può guarire tutti i disturbi mentali  né può funzionare per tutti, come accade anche per i farmaci. Ma perché non utilizzare il trattamento migliore a disposizione? Come ha dimostrato Layard poi, è il sistema migliore per far risparmiare la società intera. Un sistema efficace ed economico, insomma, per alleviare la sofferenza di tanti individui.

Dott.ssa Barbara Barcaccia
Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Didatta delle Scuole di Specializzazione APC e SPC
Docente di Accettazione e Mindfulness in psicoterapia presso la scuola di specializzazione in Neuropsicologia presso l’Università “La Sapienza” di Roma
Docente in Tecniche del Colloquio Psicologico presso l’Università degli studi dell’Aquila
Curatrice, insieme al prof. Francesco Mancini, di “Teoria e clinica del perdono” Raffaello Cortina Editore

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