Nel mondo antico i medici egizi godevano di enorme fama, tanto da essere citati da Omero nell’VIII secolo e dallo storico Erodoto nel 430 a.C.. Ma, rispetto al tempo attuale in cui milioni di persone restano incollate ai teleschermi per seguire le vicende di eroici ed onniscienti medici come il dottor House, proviamo ad immaginare la vita di un collega di 3000 anni fa, che chiameremo il dottor sunu (questo era il termine con cui si definiva tale professionista). Certamente non indossava un camice, bensì un perizoma, non guadagnava uno stipendio favoloso, ma quanto quello di un operaio e poteva essere condannato a morte se i suoi pazienti non sopravvivevano. In ogni caso è dal lavoro e dalla sperimentazione empirica di questi individui che origina molta della nostra medicina.
Attualmente alcuni dei rimedi creati allora vengono ancora utilizzati, certo migliorati nell’efficacia e nella palatabilità, ma le basi restano le stesse. Prendiamo, ad esempio, la diosmectite per la cura della diarrea. Uno dei principali effetti dannosi che essa provoca è la disidratazione. Per la sua cura è preferibile utilizzare prodotti non assorbibili a livello sistemico, la cui azione deve esplicarsi, perciò, solo all’interno del tratto intestinale. Un prodotto che svolge tale azione è l’argilla, in cui la presenza di silicati e diosmectite le permette di svolgere un’importante attività assorbente. Proprio quest’ultima molecola è alla base di farmaci che noi attualmente utilizziamo con successo, in tutti i pazienti e senza limiti di età.
Il suo utilizzo è raccomandato nel papiro di Ebers, databile probabilmente intorno al 1550 a.C., durante il regno di Amenotop I (ma c’è chi lo considera di molto antecedente),contenente un numero enorme di prescrizioni mediche, con rimedi che spaziano dalle patologie cardiache, renali, fino alla contraccezione ed alla chirurgia. Per comprenderne la portata citiamone un brano:”Prendi 7 pietre e falle scaldare al fuoco; prendine una e versaci sopra un poco di medicamento. Chiudila in un vaso nuovo con il fondo forato. Al foro applica una canna alla quale avvicinerai la bocca in modo da ispirare il vapore che ne esce. Ripeti l’operazione con tutte le altre pietre.” In pratica era stato inventato l’aerosol.
Dott.ssa Stefania Giannella
Medico di MMG
Specialista in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare
Dottore in Scienze Storiche