La tragedia del Nepal porta conseguenze disastrose anche per la sanità
Si contano i morti per il terremoto in Nepal, ma già fortissima l’emergenza sanità per i superstiti. Non ci si può fermare a pensare. Bisogna agire e bisogna farlo in fretta. Le condizioni igieniche sono, com’è prevedibile, molto precarie, perché sono saltate le condutture d’acqua. Il numero dei feriti è altissimo e gli ospedali già in crisi. Manca tutto.
Primi soccorsi in arrivo
Già si è attivato l’Oms (organizzazione mondiale della sanità): kit di primo soccorso con farmaci, attrezzature per rendere l’acqua potabile, set di sterilizzazione completa, guida a come utilizzare le attrezzature sanitarie da personale non medico. Tutto per aiutare 40000 persone per almeno tre mesi. Già disponibili immediatamente anche 175000 dollari al Ministero della Salute del Nepal come primi aiuti per il fondo SEAREF (Fondo di emergenza per il Sud Est asiatico). L’UE ha stanziato tre milioni di euro per il Nepal: è necessario prendersi cura dei feriti, dei malati, dei bambini orfani, di quelli che non hanno più un tetto, dei servizi igienico sanitari e dare aiuto psicologico per affrontare il trauma del terremoto in Nepal.
Corsa contro il tempo
Non c’è acqua, cibo, elettricità: il rischio epidemia dopo il terremoto è elevatissimo. I volontari sono già in piena attività. Purtroppo manca anche la comunicazione. Si lavora a Kathmandu per poter dare tutto il soccorso possibile.
La Redazione