Ce ne dimentichiamo spesso, si chiama endotelio, fa parte del nostro organismo. Se potessimo distenderlo su un solo strato cellulare potrebbe coprire la superficie di tre campi di tennis (secondo calcoli pare attendibili), ma la sua qualità più importante è quella di rappresentare un laboratorio biochimico funzionale altamente specializzato proprio nel settore cardiovascolare. Ampie aree di vasodilatazione e vasocostrizione del nostro organismo sono regolate dal funzionamento di questo laboratorio, ma non basta. Tutto l’avvio del processo di aterosclerosi è regolato dalla funzione endoteliale, le prime infiltrazioni parietali vascolari di materiale ateromatoso e le sue evoluzioni successive verso la placca o verso il riassorbimento risentono della orchestrazione della funzione endoteliale. La modulazione dei suoi “ormoni” (endotelina, prostaciclina ecc) interferisce direttamente con la regolazione dei livelli pressori sistemici e, tramite essi, con la funzione cardiaca, sia nei confronti del ritmo, sia nei confronti della specifiche prestazioni fisiologiche. Certo fattori genetici ed ereditari possono amplificare gli effetti morfologici e funzionali di questo apparato del nostro organismo, ma ciò non toglie che esso continui ad essere il grande Direttore dell’orchestra del nostro organismo.
Allora però, vanno rivisti alcuni nostri concetti che ci hanno accompagnato per tante generazioni: ad esempio, la c.d. “ipertensione essenziale” in fin dei conti di “essenziale” ha ben poco; la malattia aterosclerotica continua ad avere rapporti ben stretti con le dislipidemie, ma per manifestarsi clinicamente richiede una contemporanea disfunzione endoteliale. Insomma il ritmo della musica è sempre dettato da questo particolare Direttore d’orchestra.
Ecco, se cambiano i meccanismi patogenetici, ancora una volta vanno risintonizzati i relativi mezzi terapeutici ed anche l’atteggiamento del medico nei confronti del suggerimento terapeutico adeguato. Finora si è ricorsi molto spesso al sistema dei contrari (di derivazione dell’antica medicina greca e poi araba, ovviamente seguendo l’evoluzione delle conoscenze): hai la pressione alta? Nessun problema, ecco la pillolina colorata che la abbassa vasodilatando il sistema vascolare. Hai i grassi elevati nel sangue, dunque sei a rischio aumentato di vasculopatia aterosclerotica? Basta ridurre i livelli dei grassi circolanti con le statine.
Stiamo capendo che così non è, né può andare, perché i fattori in gioco sono molto più numerosi e incalcolabili le relative correlazioni, ma come possiamo cambiare il nostro comportamento?
Abbiamo confezionato apparecchiature molto complesse e sofisticate per addentrarci nel meraviglioso mondo della scienza, fin nei suoi minimi dettagli ed è questa ricca strumentazione che costituisce la vera utile eredità che le classi mediche vecchie lasciano alle giovani…a questi tocca sviluppare l’effettivo progresso delle conoscenze con la revisione critica delle interpretazioni già fornite e la valutazione di efficienza ed efficacia delle terapie via via proposte.
Prof. Giancarlo Gambelli
Specialista in Cardiologia
Già Primario Cardiologo Ospedale G.B. Grassi – Ostia (Roma)