D.L.A., meccanico all’epoca di anni 53, in data 27.2.08 viene sottoposto ad intervento chirurgico sulla colonna vertebrale, per anterolistesi L5-S1 (scivolamento anteriore della V vertebra lombare sulla I vertebra sacrale), senza apporre barre di stabilizzazione, impiantate inspiegabilmente solo successivamente (3.3.08), nel corso di un secondo ingiustificato intervento chirurgico.
L’esito non appare favorevole, tanto che la listesi permane al successivo controllo radiografico del 4.6.09.
Il neurochirurgo che segue il paziente, in data 11.10.11, riscontra: “Attualmente il paziente presenta peggioramento clinico, per progressione della patologia degenerativa lombare adiacente, che comporta grave disturbo della deambulazione, con “claudicatio neurogena” a scarsa autonomia. Grave disautonomia”.
Si rende quindi indispensabile un terzo intervento chirurgico (25.11.11) che, tuttavia, invece di correggere la listesi, si limita ad una banale infiltrazione di cortisonico e anestetico a livello dell’articolazione sacro-iliaca di sinistra.
Ovviamente, il quadro clinico peggiora ulteriormente, tanto che la RMN del 7.8.13, mostra “Apparente minima antero-spondilolistesi di L3 su L4 in clinostatismo. Discreti fenomeni spondilosici e di artrosi interapofìsaria. Canale vertebrale di dimensioni notevolmente ridotte a livello L3-L4 ed in minor misura livello L1-L2 e L2-L3. Nel contesto del canale vertebrale nel tratto compreso tra LI e L3 si osserva disomogeneità di segnale, da riferire in prima ipotesi a radici della cauda con aspetto affastellato”.
L’esame elettromiografico (misurazione della conduzione elettrica muscolare) agli arti inferiori, praticato il 16.10.13, rileva l’esistenza di: “Sofferenza neurogena, discreta dei territori tributari di L4-L5, L5-S1, bilateralmente con prevalenza L5-S1 sinistra, presenza, altresì, di marcata sofferenza, assonale-mielinica, dei nn SPE se SPI sn”.
A questo punto, il paziente decide di ricoverarsi presso altra struttura sanitaria, diversa dalla precedente, dove viene proposto un nuovo intervento chirurgico con inserimento di un dispositivo intervertebrale di fusione delle due vertebre (L5 e S1) mediante artrodesi con sistema BACFUSE.
Egli pertanto appone il proprio consenso scritto all’impianto di tale dispositivo a livello lombosacrale ma, operato il 30.4.14, viene sottoposto ad intervento totalmente differente da quello concordato, utilizzando una parte di osso sintetico a livello di L3-L4 (terza e quarta vertebra lombare).
Il disastroso risultato successivo, come da radiogrammi dell’1.2.16, rivela l’esistenza di gravissima retrolistesi L3-L4, con grave impeachment tra i corpi delle due vertebre. Ne consegue una condizione finale gravemente compromessa, con gravi disturbi deambulativi e necessità di permanente terapia del dolore.
Dott. Silvio Savoia
Specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni
Specialista in Malattie Renali
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