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Il sangue periferico, le sue cellule ed il referto emocromocitometrico

Le analisi del sangue si propongono di fornire risultati attendibili che possono essere d’aiuto al medico nelle varie fasi della sua attività: lo screening, l’ipotesi diagnostica iniziale, il raggiungimento di una diagnosi di certezza, il giudizio prognostico ed il monitoraggio del decorso della patologia e delle terapie instaurate. E’ quindi premessa indispensabile che le richieste di esami partano da presupposti forniti da dati anamnestici ed obiettivi: è il ragionamento clinico che da un senso compiuto ai dati forniti dalla tecnica laboratoristica. In quest’ottica gli esami del sangue diventano strumenti insostituibili per il medico.

Tutti noi nell’arco della nostra vita, breve o lunga che sia, ci siamo sottoposti ad un esame del sangue. Ma quel liquido caldo di colore rosso che esce dal nostro braccio da cosa è formato? Il sangue, che costituisce circa l’8% del nostro peso corporeo, è un tessuto circolante allo stato fluido con una temperatura di circa 37/38° C,  costituito da una parte cellulare o corpuscolata che comprende le cellule circolanti quali i globuli rossi, i globuli bianchi, le piastrine e da una parte liquida, il plasma. Questo tessuto si trova rinchiuso in un complesso sistema di canali variamente comunicanti tra loro (vasi arteriosi e venosi) nel quale può circolare perché spinto dalle pulsazioni cardiache ma anche dall’aspirazione venosa, dai movimenti muscolari, dalle escursioni polmonari, dalla forza di gravità. Ha la funzione di trasportare ossigeno ed anidride carbonica, contribuisce a mantenere l’omeostasi, il pH, l’idratazione dei tessuti ed inoltre porta con sé un gran numero di sostanze quali glucosio, vitamine, ormoni, proteine di nutrimento, immunoglobuline e fattori della coagulazione.

Il plasma può essere facilmente separato dalla parte corpuscolata semplicemente lasciando sedimentare una provetta contenente sangue reso non coagulabile da apposite sostanze anticoagulanti: i globuli, essendo più pesanti del liquido in cui sono dispersi, si dispongono sul fondo della provetta lasciando nella parte superiore della provetta un liquido di colore giallo chiaro: il plasma appunto. Questo può poi essere sottoposto ad analisi per eseguire tests di laboratorio. L’acqua è il principale componente del plasma nel quale troviamo disciolte alcune proteine (albumina, globuline, fibrinogeno), costituenti inorganici (sodio, ferro, rame, calcio, potassio, magnesio, fosforo), colesterolo, glucosio, Il plasma va considerato come una sostanza intercellulare con molteplici funzioni e rappresenta un’essenziale componente fisiologica del sangue, attraverso la quale avvengono i continui scambi molecolari con i tessuti e provvede, attraverso il liquido interstiziale e la linfa, al regolare turnover molecolare e al realizzarsi delle più importanti funzioni dell’organismo quali la nutrizione, gli scambi gassosi, la regolazione ormonale, l’eliminazione di sostanze di rifiuto prodotte dal metabolismo.

Elemento simile al plasma è il siero ottenuto, dopo opportuna centrifugazione di sangue coagulato; si differenzia dal plasma per il fatto di non contenere fattori della coagulazione.

Il plasma intero o alcuni suoi fattori possono essere utilizzati per la cura di malattie congenite o acquisite, in cui vi sia carenza di una o più proteine che in questo modo vengono reintegrate; si tratta comunque di una terapia non scevra da rischi perché nonostante tutti i controlli a cui vengono sottoposte le donazioni, che abbassano la percentuale di rischio ad una soglia molto vicina allo zero, il plasma trasporta anche alcuni agenti virali che possono essere trasmessi durante la somministrazione al ricevente.

Gli elementi corpuscolati del sangue possono essere studiati sia quantitativamente, attraverso l’esame emocromocitometrico, sia qualitativamente attraverso l’esame morfologico dello striscio periferico e la formula leucocitaria.

L’esame emocromocitometrico è utilizzato per valutare il numero delle cellule nel sangue; oggigiorno esistono contatori elettronici che permettono di analizzare un campione in poco tempo fornendo anche numerosi indici utili a stabilire la presenza di anomalie cellulari. Ma quando leggiamo il referto di un emocromo, quali sono le sigle o indici maggiormente importanti?

 Gli indici principali, presenti nel referto di un emocromo, possono essere così esplicati:

WBC (White Blood Cells) indica il numero dei globuli bianchi. Una diminuzione del loro numero al di sotto di 3.500 viene definita leucopenia mentre leucocitosi è un aumento del loro numero al di sopra di 10.000;

RBC (Red Blood Cells) indica il numero dei globuli rossi. Un loro aumento è indicato come Eritrocitosi mentre una loro diminuzione non sempre è sinonimo di Anemia;

Hb (Emoglobina) esprime la quantità di emoglobina (espressa in grammi) per dL di sangue;

Ht (Ematocrito) esprime la viscosità del sangue ovvero la percentuale del volume del sangue occupato dai globuli rossi e deve essere compreso tra il 42 e il 45% in un soggetto adulto. Il valore dell’Ematocrito segue di pari passo quello dei globuli rossi, per cui risulta diminuito nelle anemie ed aumentato nelle poliglobulie;

MCV ( Mean Corpuscolar Volume – Volume Corpuscolare Medio): indica il voume medio dei Globuli rossi. I globuli rossi normali sono, per quanto riguarda il volume, normocitici. Se il volume diminuisce, come nelle Talassemie o nelle Anemie da carenza di Ferro, si parla di microcitosi; se invece il volume aumenta come nelle Anemie da carenza di Vit. B12 si parla di macrocitosi delle emazie;

PLTS (Platelets – Piastrine): indica il numero di piastrine presenti nel campione esaminato. Con il termine piastrinopenia o trombocitopenia si indica una diminuzione del numero delle piastrine; mentre i termini piastrinosi o trombocitosi indicano invece un loro aumento.

Nel referto di un emocromo sono presenti altri termini:

-ANISOCITOSI: il termine è di origine greca e significa notevole variazione delle dimensioni dei globuli rossi o delle piastrine. Queste cellule, anche in condizioni normali, non hanno mai tutti le identiche dimensioni; nel corso delle anemie, o dopo emotrasfusioni, si possono evidenziare queste variazioni al microscopio che se di entità importante, sono generalmente segnalate con una scala numerica 1 +, 2 + e così via. I globuli rossi hanno generalmente una forma a disco biconcavo  con area centrale pallida e con il resto del disco occupato dall’emoglobina, che impartisce all’eritrocita la colorazione caratteristica;

-POICHILOCITOSI: con questo termine si intende la variazione della forma del contorno dei globuli rossi che possono assumere una forma a falce (drepanociti nell’anemia falciforme), di cellula a bersaglio (codociti nelle talassemie), sferica (sferociti della sferocitosi ereditaria), ellittica (ellissocitosi ereditaria), frammentata(schizociti), a goccia (dacriociti);

-RETICOLOCITI: sono i Globuli rossi immaturi, giovani, contenenti tracce di RNA, il cui conteggio è un indice dell’attività proliferativa del Midollo Osseo;

-AGGREGATI PIASTRINICI: indicano la presenza di ammassi di piastrine che risultano riunite assieme, invece di essere separate come di norma. Spesso è un artefatto di laboratorio che non riveste alcun significato clinico.

L’esame qualitativo degli elementi corpuscolati del sangue può essere determinato attraverso l’analisi della formula leucocitaria: essa è conosciuta anche come conteggio  differenziale dei leucociti e consente di valutare la percentuale di ognuno dei 5 tipi di globuli bianchi, Neutrofili, Linfociti, Eosinofili, Basofili, Monociti. Può essere effettuata automaticamente dai contatori elettronici, oppure mediante l’osservazione al microscopio ottico di una goccia di sangue strisciata su un vetrino che viene colorato con appositi coloranti (May-Grunwald-Giemsa) contenenti sostanze chimiche reagenti con i costituenti delle cellule del sangue, impartendo loro una colorazione diversa e permettendo così di riconoscere i vari tipi cellulari.

L’osservazione al microscopio presenta, rispetto ai contatori elettronici il vantaggio di poter vedere direttamente le cellule ematiche e di valutare l’eventuale presenza di cellule anomale. Conoscendo il numero totale dei globuli bianchi e la percentuale relativa di ognuno dei 5 tipi di leucociti, è possibile conoscere il numero assoluto di questi ultimi nel sangue moltiplicando la percentuale del tipo di leucocita per il numero totale dei globuli bianchi e dividere il risultato per 100. Per valutare la diminuzione o l’aumento reale di un tipo leucocitario è importante considerare non tanto la percentuale relativa bensì il valore assoluto calcolato con la formula precedente.

Le cellule del sangue svolgono delle funzioni fondamentali nel metabolismo tissutale, nel mantenimento della coagulazione del sangue e nella difesa dell’organismo da infezioni esterne.

I Globuli Rossi contengono l’Emoglobina, una proteina che trasporta ossigeno ed anidride carbonica, il gas che si forma nei tessuti come prodotto terminale del metabolismo cellulare. Nei polmoni avviene lo scambio tra l’ossigeno contenuto nell’aria inspirata che penetra nei globuli rossi e si sostituisce all’anidride carbonica che si era legata all’emoglobina nel sangue venoso: l’anidride carbonica è così eliminata nell’aria espirata, impedendone l’accumulo nel sangue.

Le Piastrine sono essenziali per una normale coagulazione del sangue insieme ai normali fattori della coagulazione; esse partecipano, insieme ad altri fattori, all’EMOSTASI, cioè all’arresto del sanguinamento che si verifica quando un vaso è leso. L’emostasi consiste in una serie di eventi a cascata che si succedono in maniera concatenata ed  il cui risultato finale è il tamponamento della parete vasale.

I Globuli Bianchi hanno funzioni diversificate:

*neutrofili: il loro compito principale è la difesa dell’organismo dalle infezioni, specie se di origine batterica; contengono diverse proteine e sostanze chimiche in grado di danneggiare irrimediabilmente la struttura degli organismi patogeni;

*linfociti: comprendono diversi sottotipi i principali dei quali sono i linfociti B, T e NK (Natural Killer). Essi non sono riconoscibili al microscopio ottico e possono essere studiati solo con apposite metodiche sofisticate disponibili in laboratori specializzati;

*eosinofili: la loro funzione è la difesa dell’organismo da alcuni tipi di parassiti; aumentano anche nelle malattie allergiche quali asma bronchiale, rinite allergica ed orticaria;

*basofili:la loro funzione non è ben conosciuta sebbene aumentino nelle allergie; contengono istamina che, se liberata in eccesso nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi fastidiosi, come il prurito o la comparsa di gonfiori cutanei (pomfi);

*monociti: rivestono un ruolo importante nella difesa dell’organismo dalle infezioni, soprattutto quella batteriche.

Da questo rapido e semplice excursus emerge la grande bellezza ed il grande fascino di questo Universo meraviglioso, affascinante ed ancora per molti aspetti poco conosciuto che è il nostro sangue, ma che rappresenta un elemento di grande attrattiva  per chi lo studia. Esso è la benzina che fa muovere il motore del nostro corpo, fornisce l’energia ed il nutrimento necessario ai nostri organi che  possono poi  di svolgere tutte le loro azioni.

Dott. Pietro Falco
Specialista in Ematologia Clinica
Master in Terapia del Dolore
Master in Ecografia Clinica

Co-responsabile Centro Trombosi F.C.S.A. “Casa di Cura S.Marco” di Latina
Specialista Ematologo Ospedale Israelitico di Roma
Specialista Ematologo Poliambulatorio “Fisiomed” di Priverno (LT)

foto.dott.falco

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