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La TAVI questa sconosciuta

La TAVI è l’acronimo delle parole inglesi Transcatheter Aortic Valve Implant o più semplicemente in italiano Impianto Transcatetere della Valvola Aortica.
Ricordo che la valvola aortica è una delle quattro valvole che si trovano nel cuore.
Essa ha una funzione importantissima, quella di mettere in comunicazione il ventricolo sinistro con l’arteria aorta, l’arteria più grande dell’organismo.
Pensate cosa potrebbe succedere se questa valvola si ammalasse, la sua malattia avrebbe ripercussioni negative che peserebbero su tutto l’organismo, sia sulla salute che sulla vita del paziente.
Essa si potrebbe restringere opponendosi al passaggio del sangue fra il ventricolo sinistro e l’arteria aorta, facendo così soffrire il ventricolo stesso che per vincere la resistenza dovuta al restringimento, deve fare più fatica a far arrivare il sangue in aorta, ed è costretto perciò a ingrandirsi per svolgere questa funzione.
Oppure i suoi lembi possono retrarsi e così accorciandosi la valvola aortica perde la capacità a contenere il sangue nell’aorta che ritorna in parte nel ventricolo sinistro. In questo caso si dice che la valvola aortica è “incontinente”.
Ritornando indietro parte del sangue dall’aorta al ventricolo sinistro, quest’ultimo si “sovraccarica” di sangue in più, che dovrà poi spingere di nuovo nell’aorta stessa.
Insomma tutte queste situazioni patologiche, com’è intuibile, comportano un affaticamento del ventricolo sinistro che a lungo andare, sottoposto così ad un lavoro maggiore, può ammalarsi.
Ma allora cosa si fa o cosa si è fatto fino ad ora per risolvere le patologie della valvola aortica ?
Ebbene. si è ricorso principalmente agli interventi di cardiochirurgia a cuore aperto, che grazie alle mani abili dei cardiochirurgi hanno risolto e risolvono lodevolmente le malattie valvolari del cuore .
Ma si possono sempre fare secondo voi, questi interventi di cardiochirurgia valvolare a cuore aperto?
Purtroppo no, vi sono alcune controindicazioni assolute, come malattie che indeboliscono molto il fisico del malato che potrebbe non superare lo stress dell’intervento a cuore aperto o l’età troppo avanzata del paziente.
Ebbene in queste situazioni allora cosa si può fare? Niente? Un paziente anziano o particolarmente debole è in pratica condannato al suo destino senza poter essere aiutato in nessun modo?
Assolutamente No, qualcosa invece si può fare grazie a Dio, quel “qualcosa” c’è e si chiama TAVI.
Allora riprendiamo il discorso, cos’è la TAVI?
La TAVI vi ricordo è l’Impianto Transcatetere Valvola Aortica.
Perché è importante la TAVI? Perché è una procedura di Cardiologia interventistica che ha rivoluzionato, in alcuni casi clinici ben specifici, la applicazione di una nuova valvola aortica.
Ossia essa non è applicata tramite un intervento di Cardiochirurgia, bensì tramite una procedura molto meno traumatica di un intervento chirurgico. Ossia tramite un catetere, che è un minuscolo tubicino, con la valvola nuova racchiusa dentro di esso, che le mani esperte del cardiologo Interventista fanno arrivare nella sede della valvola aortica malata. La via di accesso del catetere può essere un’arteria, l’arteria femorale di solito, o la punta del cuore, comunque, come detto, senza intervento chirurgico, una volta nella sede della valvola malata, la sostituisce mettendosi al posto di quella malata. Una volta fatta arrivare esattamente nella zona della valvola aortica malata, si fa espandere la valvola nuova, già inserita in un supporto metallico molto leggero che si chiama STENT. L’espansione della valvola si effettua con un palloncino presente all’interno del catetere. Il supporto metallico schiaccia la valvola malata contro la parete interna dell’arteria aorta, e i lembi sani della nuova valvola aortica si posizionano automaticamente nel giusto modo per poter funzionare.
Il controllo del posizionamento corretto della valvola si fa con una scopia, che è una tecnica radiografica.
Questa procedura ha risolto tanti casi di patologia valvolare aortica, restituendo anche al paziente anziano una migliore qualità della vita, con un bassissimo rischio di complicanze sia intraoperatorie che post operatorie, fra l’altro anche con pochissimi giorni di degenza ospedaliera.

Dott. Aldo Ventola
Specialista in Cardioangiochirurgia
Medico di famiglia e di Primo Soccorso
Via Montebuono, 33
00199 Roma

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