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Neuroma di Morton

Il neuroma di Morton è una patologia che colpisce i nervi sensitivi interdigitali del piede, con maggiore frequenza quello tra il 3° e 4° metatarso. Si tratta di un processo degenerativo-fibroso della guaina del nervo, che si associa ad edema e quindi ad un rigonfiamento dello stesso. Le donne di mezza età sono le più colpite, ma il neuroma può colpire chiunque.

La sintomatologia del neuroma è tipica, spesso sufficiente per porre la diagnosi, e si può così riassumere: dolore in zona metatarsale, di solito tra la 3° e la 4° testa metatarsale, ma anche tra 2° e 3° o  4° e 5°, tipicamente trafittivo ed urente, che sovente si associa a disturbi tipo formicolio e sensazione di parestesie del tratto innervato. Questo tratto è rappresentato dalle superfici interne ed esterne delle dita corrispondenti alla lesione. Di solito la sintomatologia viene esacerbata da calzature che stringono a livello metatarsale, ma anche dalla stazione eretta e dalle attività che si compiono quotidianamente, e, alla luce di ciò, il disturbo si presenta con più alta frequenza ed intensità durante l’inverno, quando si indossano calzature chiuse.

La diagnosi viene posta a seguito di una visita ortopedica specialistica, dove è molto importante fare diagnosi differenziale con le altre numerose patologie che colpiscono questo distretto, onde evitare di essere sottoposti ad esami o trattamenti inutili. Spesso un dolore metatarsale della pianta del piede viene attribuito, per ignoranza ad un neuroma di Morton, quando invece la sua causa può essere un alluce valgo, o una deformità del piede, tipo piede cavo o piede piatto. In queste situazioni manca la componente tipicamente nevralgica, e cioè il dolore quasi mai si accompagna a parestesie(zone di alterata sensibilità), formicolii e bruciori, che sono invece tipici del neuroma. Di solito, per confermare una diagnosi clinica, è utile eseguire una ecografia ed una risonanza magnetica, che sono gli esami più specifici (soprattutto la RMN) per evidenziare la lesione.

Il trattamento consta di un approccio incruento, ovvero laserterapia, magnetoterapia, ionoforesi, che, associate o meno a plantari di scarico della volta metatarsale, possono aiutare a ridurre significativamente la sintomatologia, pur non eliminandone la causa. Da diversi anni inoltre, si annovera tra i trattamenti incruenti, l’ alcolizzazione della lesione. Si tratta di una serie di infiltrazioni (in numero di 4 solitamente) ecoguidate all’interno della lesione, di una soluzione di alcol ed anestetico diluiti, che agisce come agente necrotizzante sui tessuti in eccesso e sulla neovascolarizzazione della lesione stessa. I risultati di questo trattamento sono positivi nella stragrande maggioranza dei casi ( >84% di successi in numerose statistiche di studi effettuati negli USA). Quando questi trattamenti risultano inefficace, è necessario intervenire chirurgicamente, con l’asportazione del neuroma stesso. I risultati positivi dopo asportazione chirurgica sono buoni, ma ancora non ottimi, in quanto la patologia recidiva in circa il 16% dei casi. Pertanto, se si riesce a trovare un buon compromesso con le terapie non chirurgiche, il mio consiglio è quello di evitare la chirurgia, sino a quando gli altri trattamenti risultino efficaci.

Dott. Piermario Albanese
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Assistente presso Università di Roma “Foro Italico”, cattedra di Traumatologia

Clinica San Feliciano, via Val Cannuta 132 – 00166 Roma
Clinica “Quisisana”, Via G. Porro, 5 – 00197 Roma
Studio Diagnostico Pantheon, via Giustiniani 12 – 00186  Roma – Segreteria:3312442026
www.kneeroma.it

foto.dott.albanese

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