Promossa dall’Harvard Medical School una nuova terapia di prima linea per chi è affetto da carcinoma renale con metastasi. La cura si basa su due farmaci (Nivolumab e Cabozantinib) al momento impiegati come monoterapie di seconda linea.
I dati mostrano un aumento della sopravvivenza libera dalla progressione dalla malattia, della sopravvivenza globale e del tasso di risposta dell’organismo. Il nuovo trattamento è paragonabile al Subitinib, farmaco considerato standard nelle cure.
Si è notato che più del 50% di coloro che prendevano i due farmaci combinati hanno dovuto diminuire il dosaggio di Cabozantinib per effetti collaterali, ma solo il 3% ha dovuto sospendere la somministrazione di entrambi a causa della tossicità, rispetto al 9% di chi invece prendeva solo il Sunitinib.
Il tasso complessivo di effetti avversi gravi è stato simile, ma chi ha avuto la combinazione dei due rimedi ha avuto una maggiore tossicità epatica. Per quanto concerne gli effetti collaterali correlati al sistema immunitario, il 19% di chi ha seguito la terapia sperimentale ha avuto corticosteroidi e solo il 4% ha avuto necessità di questa categoria di farmaci per più di 30 giorni.
Nivolumab
E’un inibitore del checkpoint immunitario PD-1, che è stato progettato per potenziare il sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale.
Cabozantinib
E’una piccola molecola che inibisce recettori come VEGFR, MET, AXL e RET.
La Redazione