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PMA tecniche II livello FIVET- ICSI

Nella FIVET, acronimo di In Vitro Fertilization and Embryo Transfer, gli ovociti ancora circondati dalle cellule del cumulo ooforo vengono posti a diretto contatto con gli spermatozoi.

Così facendo, mediante una selezione naturale, solo uno spermatozoo riesce a penetrare all’interno dell’ovocita e a dar vita al processo della fecondazione.

Secondo alcuni è una metodica più naturale e fisiologica della ICSI, in quanto la selezione dello spermatozoi non avviene ad opera dell’embriologo.

Per poter effettuare una FIVET  è necessario che le caratteristiche iniziali del liquido seminale siano tali da poter ottenere una concentrazione di spermatozoi mobili adeguata (almeno 100.000 spermatozoi mobili per ovocita).

La FIVET, nei casi di alterata morfologia degli spermatozoi (teratospermia), non è consigliata in quanto la struttura alterata, soprattutto quella della testa (regione acrosomiale), potrebbe ridurre la capacità della spermatozoo di interagire con l’involucro esterno dell’ovocita e quindi impedire la fertilizzazione.

Le indicazioni secondo le linee guida della legge 40/2004 sono:

  • fattore tubo-peritoneale: patologia tubarica acquisita o congenita
  • infertilità maschile di grado moderato
  • endometriosi di III o IV grado
  • endometriosi se la chirurgia o la IUI non hanno dato risultati
  • infertilità inspiegata se il trattamento precedente non ha dato risultati
  • seme crioconservato in relazione alla qualità seminale successiva allo scongelamento
  • fallimento dell’iter terapeutico a bassa tecnologia.

La ICSI conosciuta anche come Iniezione intracitoplasmatica degli spermatozoi, consiste nell’iniettare direttamente all’interno dell’ovocita mediante un particolare microscopio chiamato micromanipolatore un singolo spermatozoo.

Gli ovociti vengono denudati dalle cellule del cumulo ooforo che lo circondano, quindi  solo quelli maturi (metafase II MII) vengono utilizzati, mentre quelli immaturi (metafase I MI o vescicola germinale VG) vengono valutati come non idonei e scartati.

Dal liquido seminale accuratamente preparato, il biologo seleziona in base a delle specifiche caratteristiche morfologiche, gli spermatozoi migliori per poi iniettarli all’interno degli ovociti maturi.

Le indicazioni secondo le linee guida della legge 40/2004 sono:

  • infertilità maschile di grado severo
  • azoospermia ostruttiva e secretiva
  • mancata o ridotta fertilizzazione in precedenti cicli FIVET
  • ovociti scongelati
  • ridotto numero di ovociti
  • seme crioconservato in relazione alla qualità seminale successiva allo scongelamento

La ICSI è la tecnica di fecondazione assistita più utilizzata nei centri di fecondazione in vitro, in quanto garantisce alte percentuali di fertilizzazione.

Le fasi della fecondazione assistita

Affinché possiate aver ben chiaro cosa accade durante un ciclo di fecondazione assistita, abbiamo diviso tali procedure in 5 fasi.

Induzione dell’ovulazione – Fase 1

Al fine di ottenere il maggior numero di ovociti per la procreazione assistita, le pazienti vengono sottoposte ad un stimolazione ovarica controllata. Mediante l’utilizzo di fisiologici precursori ormonali chiamati gonadotropine è possibile recuperare un numero di ovociti superiore all’unico normalmente  prodotto in un ciclo spontaneo.

Il protocollo di stimolazione ovarico è soggettivo e dipende dalle caratteristiche ormonali della paziente, dalle cause di sterilità e dalla sua età. Il protocollo di stimolazione è unico per ciascun paziente stilato in base alla propria storia clinica.

Qualunque sia il protocollo utilizzato, le pazienti vengono sottoposte ad un controllo ecografico al quale deve  essere associato un prelievo di sangue al fine di valutare i livelli plasmatici di estrogeni.

Solitamente, quando i follicoli hanno  raggiunto un diametro di circa di 18 mm ed i valori di estrogeni risultano  adeguati  rispetto al numero di follicoli presenti, si procede con l’induzione dell’ovulazione mediante la somministrazione di un ormone chiamato gonadrotopina corionica umana (HCG) e successivamente con il prelievo ovocitario (PICK-UP).

Prelievo degli ovociti – Fase 2

Il prelievo ovocitario viene effettuato all’incirca 34-36 ore dalla somministrazione della gonadotropina corionica umana, in sala operatoria ed in sedazione. Mediante un sottile ago e per via trans-vaginale, i follicoli vengono aspirati in provette. Il biologo analizzando il contenuto delle provette, individua gli ovociti, li sposta in specifici terreni di coltura e li ripone nell’incubatore.

Fecondazione e cultura embrionale – Fase 3

Una volta prelevati, gli ovociti circondati dalle cellule del cumulo ooforo vengono messi in piastre identificate dal nome della paziente in un adeguato mezzo di coltura e poste nell’incubatore.

Il liquido seminale viene preparato con una metodica denominata swim-up che permette di ottenere la maggior quantità di spermatozoi mobili possibile. Si procede, quindi, con la FIVET o con la ICSI a seconda del numero di ovociti, della loro qualità, all’età della paziente, delle  cause di sterilità ed alle caratteristiche del liquido seminale. Solitamente questa decisione viene concordata, prima dell’intervento, con la coppia.

Nella FIVET gli ovociti ancora circondati dalle cellule del cumulo vengono poste una goccia contenente gli spermatozoi mentre nella ICSI vengono decumulati (spogliati delle cellule del cumulo) e sottoposti alla micro iniezione.

Il giorno successivo, all’incirca 16 ore dopo la fertilizzazione, gli ovociti vengono analizzati e viene valutata la corretta avvenuta fertilizzazione data dalla presenza di due pronuclei, uno di origine paterna ed uno di origine materna, e dalla presenza di due globuli polari. Gli ovociti a questo stadio vengono chiamati zigoti.

Solitamente la prima divisione embrionaria avviene a circa 30 ore dalla fertilizzazione, a 48 ore sono presenti 4 cellule mentre a 72 ore sono presenti 8 cellule.

Trasferimento degli embrioni (embryo transfer) – Fase 4

Gli embrioni, ottenuti dal ciclo di fecondazione assistita, attraverso un sottile catetere vengano introdotti nella cavità uterina. Solitamente non è richiesta anestesia in quanto non è una metodica dolorosa. Gli embrioni possono essere trasferiti in seconda o in terza giornata dal prelievo follicolare, quando si trovano allo stadio di 4-8 cellule.

Il numero di embrioni trasferiti è soggettivo e dipende molto dall’età della paziente, dalle cause della sterilità ma anche dalla qualità degli embrioni ottenuti. Quando il numero di embrioni ottenuti di buona qualità è elevato si possono prolungare i giorni di coltura al fine di selezionare gli embrioni migliori ed arrivare fino in quinta giornata allo stadio di blastocisti.

Le percentuali di gravidanza ottenuti con il transfer di blastocisti è più alto di quello ottenuto con embrioni di 4-8 cellule ed inoltre viene, in questo modo, ridotta la probabilità di gravidanza multippla.  Occorre, tuttavia, saper bene valutare e tener in considerazione l’eventualità che nessuna blastocisti si formi e quindi che via sia la possibilità di annullare il ciclo. Gli embrioni soprannumerari evolutivi e vitali possono essere congelati per poi esser utilizzati in cicli successivi o in caso di successo per una seconda gravidanza.

In attesa del test di gravidanza – Fase 5

Per sapere se si è instaurata una gravidanza o meno, occorre attendere almeno 12 giorni dal transfer embrionario ed effettuare l’analisi delle B-HCG ematiche (test di gravidanza su sangue) mediante un semplice prelievo.

In questo periodo di attesa non è richiesto il riposo assoluto ma un tenore di vita regolare e tranquillo evitando stress e sforzi eccessivi. E’ necessario non interrompere mai la terapia data dal ginecologo senza averlo prima consultato.

Nel 2005 è stato istituito presso l’Istituto Superiore di Sanità il Registro Nazionale della PMA al quale tutti i centri che effettuano tecniche di I II III livello devono inviare in forma anonima i trattamenti eseguiti . A sua volta il  Registro PMA deve presentare una relazione annuale al Parlamento.

Dall’ultima relazione pubblicata  in riferimento ai cicli effettuati  nel 2013 , possiamo estrapolare dati molto interessanti  come quelli rappresentati nelle figure  seguenti in relazione alle percentuali di gravidanza.

 immag.fivet.1

Percentuali di gravidanze ottenute sui cicli iniziati, sui prelievi effettuati e sui trasferimenti eseguiti, secondo le diverse tecniche a fresco utilizzate (FIVET e ICSI)
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Percentuali di gravidanza sui cicli iniziati solo per le tecniche a fresco (FIVET e ICSI) secondo le classi di età delle pazienti, nell’anno 2013

Dott. Pierluigi Giannini
Specialista in Ginecologia e Ostetricia
Specialista in Patologia della Riproduzione Umana

Responsabile  Centro FERTICLINIC VILLA MARGHERITA
Viale di Villa Massimo, 48
00161Roma

foto.dott.giannini.

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