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Sclerosi multipla: la teoria del Professor Zamboni

La Sclerosi Multipla è una malattia degenerativa che colpisce circa 60.000 italiani. Purtroppo la ricerca fatica ancora molto a trovare una vera cura per questa grave malattia.
Recentemente tuttavia il Professor Zamboni di Ferrara ha sviluppato una teoria che introduce come possibile concausa della malattia una patologia dell’asse venoso cerebrospinale.
La CCSVI o insufficienza venosa cronica cerebro-spinale comporterebbe una riduzione del deflusso di sangue dal cervello e dal midollo verso il cuore con conseguente sofferenza del sistema cerebrospinale. Eliminare le ostruzioni (probabilmente congenite) a livello dei vasi giugulari e in una vena chiamata azigos (localizzata a livello toracico) comporta in molti pazienti la diminuzione dei sintomi manifestati dai pz con sclerosi multipla, rallentando inoltre, a volte sensibilmente, la progressione di malattia. Il Professor Zamboni, chirurgo vascolare dell’Università di Ferrara, ha quindi individuato un metodo per trattare le ostruzioni venose che presuppone l’utilizzo di un palloncino che dilatato all’interno delle vene ne consente la completa riapertura. Il metodo è stato poi ripreso da alcuni specialisti del settore in particolare radiologi interventisti, in primis dal dottor Tommaso Lupatelli, radiologo interventista e chirurgo vascolare, grande esperto di angioplastica nel circolo venoso. Il Dottor Lupatelli con la sua equipe neurologico-chirurgica , Il TEAM BRAIN FLOW, ha avuto il merito di “collaudare” oltre che implementare la tecnica arrivando ad una casistica di più di 2500 pazienti trattati dal 2010 e provenienti da tutto il mondo. Non poche sono tuttavia, come era lecito aspettarsi, le dispute scientifiche che si sono susseguite tra il mondo neurologico e i due chirurghi vascolari.
E’ recente la notizia che un articolo sulla CCSVI è stato finalmente accettato e pubblicato su una rivista internazionale di neurologia Per la precisione, l’articolo, a firma dello stesso Zamboni e dell’anatomopatologo Massimo Pedriali, è stato pubblicato dal Journal of Multiple Sclerosis.
Gli autori evidenziano alcuni degli studi internazionali degli ultimi sei anni arrivando alla conclusione che “allo stato attuale le limitazioni dell’imaging clinico della vena giugulare interna non permette di conoscere la reale prevalenza della Ccsvi nei pazienti con Sclerosi Multipla. Tuttavia gli aspetti patologici presentati rappresentano un interessante campo di ricerca”.
Sempre di recente un altro articolo sulla prestigiosa rivista internazionale clinica neuropyhisiology è stato pubblicato dal gruppo del Dottor Lupattelli. L’articolo fa parte di uno dei tre articoli (gli altri due di imminente prossima pubblicazione) sulla valutazione dei pazienti con CCSVI e sclerosi multipla mediante eco-color-doppler, flebografia del circolo cerebrospinale ed elettroencefalogramma con metodo Loreta. Scopo del gruppo del Dottor Lupattelli è quello di validare la teoria del Prof Zamboni e cioè che la CCSVI è un’ entità nosologica ben definita e che in un’alta percentuale dei casi si associa alla sclerosi multipla. Il gruppo, inoltre, intende sia valutare la percentuale di pazienti affetti da CCSVI nei diversi sottotipi di sclerosi multipla che evidenziare la risposta al trattamento dilatativo a seconda del sottotipo di sclerosi trattato.
E’ sicuramente importante manifestare il nostro sostegno a questi due medici che stanno facendo giorno per giorno passi avanti nello studio e nel trattamento della sclerosi multipla. Se la teoria del Professor Zamboni avrà nel tempo, come lecito aspettarsi, tutti i riconoscimenti scientifici che merita, sarà ancora una volta la ricerca italiana ad essere riconosciuta come una delle migliori al mondo.

La Redazione

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