Rivista medica online
rivista-online

Stress: quando comincia

La vita di tutti gli organismi viventi si svolge sempre in un ambiente interattivo.
La capacità di sopravvivere dipende quindi dallo sviluppo di abilità a far fronte a stimoli costanti provenienti dall’ambiente. Perciò l’organismo deve interpretare e integrare queste informazioni in entrata per mantenere il suo equilibrio e adattarsi alle perturbazioni ambientali. Già Ippocrate (ca 460 – ca 370 a.C.) evidenziò che i disturbi dello stato di equilibrio dei quattro umori di un organismo (cioè il sangue, flemma, bile gialla e nera) potrebbero essere la causa di malattie. Tuttavia, un organismo vivente dovrebbe mantenere uno “stato stazionario” indipendentemente da ciò che accade intorno. Nel 1878, Claude Bernard definì l’idea che l’organismo interno mantiene un equilibrio introducendo il concetto di “milieu intérieur”. Questo nuovo concetto fisiologico definisce come il buon funzionamento di un sistema dipende da un sottile equilibrio tra tutti i suoi componenti, ma anche dalla loro interazione, malgrado qualsiasi stimolo esterno.
Nel 1932, Walter Cannon introduce la nozione di omeostasi dicendo che le “condizioni costanti che sono mantenute nel corpo si potrebbero chiamare equilibria”. Quindi, l’omeostasi, dal greco ομοιος “simile” e στασις, “rimanere stabili”, è la proprietà di un organismo di mantenere e regolare le sue variabili interne per mantenere condizioni interne stabili e relativamente costanti nel tempo. Gli stimoli che l’organismo percepisce come una minaccia per l’equilibrio raggiunto sono oggi considerati “fattori di stress” (Lazarus e Folkman, 1984). In risposta alla minaccia, una risposta fisiologica adeguata è essenziale per sopravvivere.
Nel 1935, Hans Selye fu pioniere nella definizione di “stress” come la risposta aspecifica dell’organismo a uno stimolo. In reazione alle nuove informazioni percepite, l’organismo attiva sistemi biologici per fornire una reazione comportamentale allo stress.
Questa nozione di stress ruota intorno a tre componenti principali:
• Stimolo (positivo o negativo);
• Risposta cognitiva allo stimolo (fortemente legata all’esperienza di vita e alle capacità predittive);
• Risposta fisiologica dell’individuo

 

Dott.ssa Eleonora Gatta
Neurobiologo

Dottorato – Unité de Glycobiologie Structurale et Fonctionnelle
Laboratorio Internazionale Associato “Stress Perinatale e Malattie Neurodegenerative”
Gruppo Glicobiologia delle Patologie legate allo Stress
Università di Lille 1
FRANCIA

foto.dr.gatta

Share This: