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Un piccolo ”MA”

Quando si va per montagne ed il sentiero sale, ogni tanto ci si ferma e si guarda in basso la strada percorsa. La sosta serve a riprendere fiato, certo, ma anche a verificare di quanto siamo saliti; è una specie di gratifica morale che poi ci spinge a non interrompere l’ascesa.
Lo stesso accade se ci si sofferma a considerare il percorso della vita di ciascuno di noi, o l’evoluzione delle nostre conoscenze.
Prendiamo per esempio la cardiologia negli ultimi 50 anni.
Uno degli esami non-invasivi più sofisticato di quell’epoca era lo studio poligrafico, che richiedeva un ambiente insonorizzato appositamente dedicato, una complessa apparecchiatura multifunzionale, il coordinamento di più personale tecnico, il tutto per ottenere risultati spesso non definitivi e poco o nulla quantificabili. Il cateterismo cardiaco era per lo più riservato alle cavità destre del cuore, la stessa coronarografia era considerata un esame rischioso, poco accessibile e gravato da troppe complicanze.
Fra le varie discipline mediche, la cardiologia è una delle maggiori beneficiate dal progresso tecnologico contemporaneo.
Apparecchiature sempre più sofisticate e precise hanno consentito, dettaglio dopo dettaglio, di ottenere diagnosi anche complesse con ricchezza di parametri, il cui confronto nel tempo ha permesso di selezionare una scala di valutazioni attendibili a stilare non solo graduatorie di severità, ma anche un giudizio di severità prognostica di assoluta rilevanza scientifica.
Come nelle escursioni in montagna, però, è sempre bene che esista un coordinatore che consigli direttive di percorso, abbigliamento, riparo ecc, così i medici si sono inventati le Linee Guida, anche come strumento di medicina difensiva per contrastare la eventuale aggressività di pazienti insoddisfatti e rispettivi avvocati.
Un panel di super-esperti ha scritto, a tavolino, sulla base di “evidenze” derivate da studi policentrici programmati ad hoc, una sorta di vademecum per gestire ogni aspetto delle varie situazioni cliniche, detto appunto Linee Guida.
C’è un solo piccolo “ma”: è stato riconosciuto che, in genere, il paziente abituale di un ambulatorio cardiologico è diverso dalla popolazione media selezionata in questi studi epidemiologici per abitudini, comorbidità, rischi, ipersensibilità, clima, alimentazione e via dicendo….

Dott. Giancarlo Gambelli
Specialista in Cardiologia
Già Primario Cardiologo Ospedale G.B. Grassi – Ostia (Roma)

foto.dott..g.gambelli

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