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Dieta mediterranea e tumore mammario: una nuova conferma

Il cancro al seno è la principale causa di morte nella popolazione femminile, e la sua incidenza è aumentata dal 2008 di oltre il 20% a livello mondiale.
Lo stile di vita e in particolare il comportamento alimentare e la dieta sono stati ampiamente studiati come fattori che potrebbero influenzare lo sviluppo del tumore mammario.
Le evidenze epidemiologiche sullo specifico effetto dei diversi alimenti non ha ancora basi sufficientemente convincenti, ma alcuni studi osservazionali hanno suggerito che la dieta mediterranea potrebbe ridurre il rischio di cancro al seno.
La dieta mediterranea ha attirato notevole attenzione perché è stato storicamente osservato che l’incidenza del tumore mammario nei Paesi Mediterranei è inferiore a quella riscontrata nei Paesi del Centro e Nord Europa o negli Stati Uniti. E’ però difficile identificare quali elementi siano maggiormente in grado di influenzare lo sviluppo del cancro sia in senso protettivo che facilitativo poiché gli individui assumono miscele di alimenti con componenti nutrizionali diversi quantitativamente e qualitativamente.
La dieta mediterranea è caratterizzata da una grande varietà di alimenti vegetali (verdure in senso stretto e legumi), pesce e olio d’oliva in particolare, che la differenzia in maniera sostanziale dalle diete degli altri Paesi arricchite da un maggior consumo di grassi animali. Questa differenza è quella che è stato dimostrato di conferire alla dieta mediterranea la capacità di ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.
La recente pubblicazione di un articolo sulla prestigiosa rivista americana di Medicina Interna JAMA ha riaperto il dibattito, ora sostenuto da dati prospettici, sulla potenzialità della dieta mediterranea di ridurre anche il rischio di tumore mammario.
In sintesi, un grande studio multicentrico randomizzato, denominato PREDIMED, è stato progettato per testare gli effetti della dieta mediterranea tradizionale sulla prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari. Fra gli obiettivi secondari dello studio, è stata analizzata incidenza di tumori nelle cinque principali sedi-killer : mammella, polmone, prostata, colon-retto e stomaco.
Tra il 2003 e i 2009, i partecipanti eleggibili e impegnati per lo studio sono stati oltre 8300 per metà circa uomini di età compresa tra 55 e 80 anni e l’altra metà donne (4282) tra 60 e 80 anni, ugualmente distribuiti in rapporto ai principali fattori di rischio per malattie cardiovascolari in tre gruppi di osservazione. Il primo gruppo ha seguito una dieta mediterranea con supplemento di olio extravergine di oliva (EVO 1litro/settimana per partecipante), il secondo gruppo ha seguito anch’esso la dieta mediterranea ma con supplemento di noci (15gr al giorno) mandorle (7,5 gr al giorno) e nocciole (7,5 gr al giorno) e infine il terzo gruppo ha assunto una dieta abituale convenzionale con il suggerimento di riduzione dell’introito quotidiano di grassi animali. Le donne, tutte in post-menopausa; sono state seguite oltre che con una verifica periodica dell’aderenza alla alimentazione prescritta per il gruppo di designazione, anche con specifici esami clinico-stumentali, inclusi quelli di screening oncologico fra i quali era prevista una mammografia annuale
Lo studio è stato interrotto nel 2010 per la forte evidenza di beneficio sugli eventi cardiovascolari legati alla dieta mediterranea comunque integrata, sia con olio EVO sia con frutta secca, rispetto al gruppo di controllo.
Dopo un follow-up mediano di 4,8 anni, sono stati identificati 35 casi confermati di tumore al seno. I tassi osservati (per 1000 anni-persona) erano 1.1 per il gruppo con la dieta mediterranea integrata con olio extravergine (8 casi), 1.8 per il gruppo la dieta mediterranea con noci (10 casi), e 2,9 per il gruppo di controllo (17 casi).
Anche se non può essere considerato perfetto dal punto di vista statistico per il basso numero di casi di tumore mammario osservati, per la non totale adesione delle donne allo screening mammografico e per le molte e diverse variabili (razza, età, ecc..) che possono interferire seppure in gruppi di popolazione strettamente controllati, questo è il primo studio randomizzato che abbia evidenziato un effetto positivo sulla incidenza del cancro al seno legato ad un intervento dietetico a lungo termine.
Ulteriori e più ampie ricerche a lungo termine dovranno confermare e avvalorare questi risultati, ma certamente già da oggi si può affermare che la dieta mediterranea, ricca e varia soprattutto in frutta e verdura ma anche con proteine nobili, è una sana abitudine che certamente protegge da eventi cardiovascolari, ma può dare una opportunità in più nella lotta contro il tumore del seno.

 

Prof. Luigia Nardone
Specialista in Radioterapia
Specialista in Radiodiagnostica
Professore Aggregato dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma

Già Responsabile della Struttura Semplice di Radioterapia Senologica del Policlinico Universitario Agostino Gemelli Di Roma

foto.dr.ssa.nardone

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