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Le vaccinazioni: pro e contro

Si riprende con un argomento di grande attualità, in questo periodo dell’anno.

Circa 2 secoli or sono, Edoardo Jenner dimostrò che il vaiolo bovino, inoculato in soggetti sani, preveniva l’insorgenza della malattia umana. Questa procedura, in seguito diffusa in tutta Europa, verrà chiamata vaccinazione. In tal modo, nacque l’idea di immunità così come la conosciamo rafforzando la nozione di malattia acquisita. Le resistenze opposte dai cattedratici alla pratica vaccinatoria non riuscirono a spegnere gli entusiasmi crescenti di quei ricercatori che si sentirono sempre più liberi di progredire. Da un lato il potenziale patologico rappresentato dagli agenti infettivi e dall’altro la risposta dell’organismo ospite a tali agenti, attraverso un insieme di sintomi caratteristici.

Questo, in breve, il principio. Negli ultimi 10 anni, la ricerca in campo immunologico è stata attraversata da una rivoluzione silenziosa. L’immunità naturale può essere considerata come la somma totale delle immunità acquisite; quelle acquisite attraverso le varie infezioni del sistema respiratorio e intestinale dopo la nascita (immunità attiva), mentre l’immunità passiva consiste negli anticorpi acquisiti dal sangue e dal latte materno. Per contro, l’immunità artificiale prodotta da un vaccino (preparazione contenente antigeni proteici cioè tossine, comunemente virus e batteri) viene indotta mimando il processo naturale di infezione e la produzione di anticorpi con lo scopo di prevenire una malattia. Esistono pro e contro, naturalmente, per questa pratica. Infatti, a volte, l’uso dei vaccini tossici inoculati, oltrepassa il sistema delle difese naturali e può esporre l’individuo a maggiori rischi rispetto ai benefici. Purtroppo gli anticorpi che dovrebbero essere indotti da un vaccino, non indicano necessariamente immunità. Sembra che solo il 70% dei soggetti vaccinati produca anticorpi al primo vaccino visto che il loro sistema immunitario, essendo molto sano, non produce subito anticorpi e le sostanze contenute nel vaccino vengono isolate e inviate agli organi e sistemi di eliminazione. Nei soggetti meno sani, invece, dopo una successiva vaccinazione, la produzione di anticorpi avviene, indicando in tal modo che il sistema immunitario è stato compromesso per il fatto che il vaccino ha bypassato le normali barriere di riconoscimento immunitario creando reazioni anomale. Questo, solo per dovere d’informazione, senza voler sminuire, ma anzi, sottolineando l’importanza, ad esempio, all’adesione alle campagne vaccinali stagionali contro l’influenza specie per le categorie a rischio per tener sempre conto del rapporto rischio/beneficio. La nuova campagna di vaccinazione per la stagione influenzale 2015-2016, partirà dalla metà di Ottobre e proseguirà fino alla fine di Dicembre 2015. L ‘influenza è una malattia che ricorre in ogni stagione invernale e il Ministero ricorda sempre, con propria circolare, che il vaccino è consigliato alle donne che si trovino nel 2° e 3° mese di gravidanza, a tutti i soggetti a rischio di complicanze per patologie pregresse o concomitanti, ai soggetti di età superiore ai 65 anni e agli operatori che hanno contatto diretto con i pazienti. Il nuovo vaccino conterrà una nuova variante antigenica di sottotipo H3N2 e una nuova variante di tipo B. Considerato quanto accennato sopra, l’inserimento sulla circolare Ministeriale dei bambini sani di età compresa tra 6 e 24 mesi (fino a 5 anni) nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l’influenza stagionale, è un argomento attualmente in discussione da parte della comunità scientifica internazionale anche a causa della mancanza di studi clinici controllati. L’argomento vaccinazione e immunità è molto vasto, ma per ora ci fermiamo a queste pillole di informazione.

 

Dott.ssa Maria Spataro
Farmacista

Farmacia Dott.ssa Maria Spataro
Via Prenestina 206 – Roma
www.farmaciaspataro.it

foto.MARIA SPATARO

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